Il centro storico di Ceneda

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Itinerari

Ceneda, che si estende verso la pianura, ha origini molto antiche, basti pensare all’etimologia del nome che richiama il celtico Kènet.
In [B]epoca romana[/B] supportava il Castrum di Serravalle, mentre nel periodo longobardo divenne capitale di un [B]ducato[/B] che si estendeva dal Piave al Tagliamento.
Riconosciuta nel 743 [B]città vescovile[/B], fu retta dai vescovi-conti fino al 1768 mantenendo la propria autonomia nei confronti della Serenissima, finchè un decreto Veneziano stabilì per i reggenti unicamente il potere spirituale.
Dal centro cittadino si raggiunge la zona chiamata[B] Ghetto[/B], un tempo abitata da una fiorente comunità ebraica. Qui, nel 1749,nacque [B]Lorenzo Da Ponte[/B], autore di famosi libretti d’opera, come “Così fan tutte”, “Le nozze di Figaro e Don Giovanni”, che scrisse per grandi musicisti quali Salieri e Mozart.
Arrivati in [B]piazza Giovanni Paolo I[/B], intitolata ad Albino Luciani vescovo di Vittorio dal 1959 al 1969, spicca la possente mole della [B]Cattedrale[/B], dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, ricostruita in stile neoclassico nel XVIII sec. La chiesa custodisce le spoglie di San Tiziano, patrono dei Cenedesi, che si festeggia il 16 gennaio. All’interno, nella navata centrale è collocata la Cattedra episcopale, scolpita nella prima metà del XV sec.
Nei pressi sorge la [B]Loggia del Cenedese[/B], antico palazzo della municipalità di Ceneda ed emblema del potere politico e giurisdizionale, che tradizione vuole sia stato costruito nel 1538 su progetto del Sansovino. Sotto la
loggia sono tuttora ammirabili tre grandi affreschi del XVI sec., con episodi di giustizia. Dal 1938 il palazzo ospita il [B]Museo della Battaglia [/B]dove è esposta la collezione di Luigi Marson, ragazzo del 1899 che combatté in prima linea durante la Grande Guerra.
Dalla piazza si può raggiungere il [B]Castello di San Martino[/B], di epoca romana anche se la struttura attuale è longobarda. Del periodo medievale si sono conservate una massiccia torre e la cinta muraria.
Distrutto in parte dall’incursione degli Ungari, tra il 1420 e il 1430 fu trasformato della residenza signorile dei vescovi-conti.
Prima di giungere al castello, oltrepassato l’Arco [B]della Torre[/B], eretto nel 1583 dai Cenedesi in onore del vescovo Michele Della Torre, si raggiunge uno spiazzo erboso dove si scorgono ancora i resti di un antico palazzo medievale, detto “[B]palasi[/B]”, fortificato dalla famiglia Da Collo e dove nel 1179 soggiornò l’imperatore Federico Barbarossa.
Da piazza Giovanni Paolo I ci si può dirigere verso l’antico abitato di [B]Ceneda Bassa[/B], in zona Meschio, dove sorge la [B]chiesa di Santa Maria di Meschio[/B]. Sull’altare maggiore si può ammirare uno dei massimi capolavori del rinascimento vittoriese l’Annunciazione della Beata Vergine (1514) di Andrea Previtali.

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