Il Duomo, progettato da Francesco Maria Preti nel 1723, al posto della preesistente chiesa romanica, riassume nella
sua straordinaria struttura le teorie rivoluzionarie
dell’architetto: una per tutte quella della media armonica proporzionale, secondo cui, per esempio, l’altezza della
navata centrale non è altro che la media armonica tra la sua lunghezza e larghezza.
L’edificio, che riprende evidentemente sia la palladiana chiesa del Redentore che la veneziana chiesa dei Gesuati, è ricco di [B]numerose opere d’arte[/B], tra cui la Pala del Coro di Giovanni Battista Ponchini e, nel lato destro, il Martirio di San Sebastiano di Palma il Giovane.
Nota a parte merita [B]la Sacrestia [/B]del Duomo, che ospita al suo interno una notevole quadreria, nella quale si conservano diverse opere pregevoli, a cominciare dai sette preziosi frammenti che il Veronese aveva realizzato per villa Soranza di S. Andrea oltre il Muson, staccati da Filippo Balbi nel 1815, prima della demolizione dell’edificio, utilizzando una tecnica innovativa per l’epoca. Si tratta delle figure della Temperanza e della Giustizia, collocate sulla parete di destra, del Tempo e della Fama, dipinte sul soffitto, e di alcuni ovali con putti alati. Inoltre, non devono sfuggire nomi quali Palma il Giovane, di cui si conserva la Presentazione al Tempio, Paolo Piazza, con La Cena in Emmaus e la Consacrazione Vescovile di S. Nicolò e, per finire, Jacopo da Ponte detto il Bassano, a cui è attribuito un San Rocco ai piedi della Vergine con Bambino.