L’abitato si trova lungo le pendici del monte Ventasso che digradano a sud verso il fiume Secchia; un intreccio di sentieri permette piacevoli escursioni tra i boschi di castagno e di faggio. Il borgo è percorso da un intreccio di stradine acciottolate attorniate da fabbricati che conservano l’antica struttura.
Cenni storici. All’inizio del XIII secolo, quando “compare” ufficialmente nei documenti, Nismozza è soggetta ai Vallisneri; qualche decennio più in là è ricompresa nel territorio che giura fedeltà al Comune di Reggio. Il marchese Lionello d’Este, riorganizzando nel XV secolo l’alta val Secchia, pose Nismozza sotto la podesteria di Felina (sede di podesteria diventerà nel 1480 Castelnovo ne’ Monti), separandola da Vallisnera e Valbona, rimasti formalmente sotto i Vallisneri. Nel XVIII secolo, e precisamente fino al 1771, è feudo del conte Paolo Brusantini. In seguito le sue vicende s’intrecciano con quelle della vicina Busana.
Di particolare interesse e valore il complesso della corte dei Manenti. Famosa una fontana del borgo, conosciuta in tutta la montagna come “fontana dell’amore”.
( Helga Dughetti, 1996)
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