Una cittadina dove si respira “un’aria veneta, se non proprio del tutto veneziana”. Indissolubilmente legata all’acqua del fiume Lemene e alle pietre che intessono preziose architetture
Una città dalle [B]due anime[/B]: quella terrestre che si scorge passeggiando per le sue vie, catturati dal fascino dell’impianto medievale, delle preziose architetture del centro storico, dei portici che sfilano paralleli.
L’altra anima è fluviale, legata al [B]Lemene[/B], il corso d’acqua che scorre in mezzo a Portogruaro e che ha favorito commerci con le città dell’Adriatico, prima fra tutte Venezia.
Fiume che è stato il cuore della città fin dalla fondazione, nel 1140, quando il vescovo di Concordia concesse ad alcuni mercanti un terreno lungo le sue rive e lì vi costruirono case, magazzini e un porto commerciale.
Ma fu solo con la protezione della [B]Repubblica Serenissima [/B]che Portogruaro conobbe il vero periodo di ricchezza e splendore. Risalgono al XV-XVI secolo le opere più significative e di valore della città: il Fondaco del commercio, i ponti di pietra, i palazzi rinascimentali, gli archi e i portici che ovunque si susseguono e ricordano gli elementi delle tipiche architetture veneziane. Tra questi anche i numerosi leoni marciani, le pitture murali, i bassorilievi in pietra d’Istria e gli stemmi nobiliari.
Il [B]nucleo storico[/B] di Portogruaro affascina per le architetture splendidamente conservate: la trecentesca Loggia comunale, la piazza della Repubblica con la vera da pozzo e le due gru in bronzo (simbolo della città), il campanile romanico pendente, la loggia della Pescheria, i due Mulini sul Lemene, i palazzi e le case nobiliari e gli affreschi conservati nelle chiese. Entrando al Museo Nazionale Archeologico, uno dei più importanti dell’Italia settentrionale, i resti della città romana Iulia Concordia e le sue necropoli portano ancora più indietro nel tempo, addirittura al I e II secolo a.C.